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Consiglio comunale questo pomeriggio: tra i punti in agenda la sicurezza sulle strade extraurbane. Nella precedente riunione bloccati gli aumenti Imu

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È convocato per oggi, alle 18.00, il Consiglio comunale per discutere di sicurezza sulle strade extraurbane del territorio comunale, del regolamento sulla protezione dei dati personali, della proroga dei termini di una convenzione urbanistica. Sarà data inoltre risposta alle interrogazioni delle minoranze.

La riunione di oggi segue quelle del 27 e del 31 marzo. Tra le due assemblee citate è sorto un dibattito extraconsiliare in tema di tasse. Subito dopo la prima (nella quale, oltre alle votazioni su alcuni debiti fuori bilancio e sulla verifica di coerenza di quattro schede progettuali è stata presentata un’interrogazione sulle alienazioni del patrimonio comunale) le controversie sono state avviate sui social network in merito ad alcuni aumenti e adeguamenti interni alla Iuc, l'imposta unica comunale.

Secondo le minoranze «la Giunta Farris ha cavalcato l’onda del movimento che quattro anni fa compattò i siniscolesi contro una pressione fiscale fuori dall’ordinario e, dopo aver incassato il consenso, veste i panni del gabelliere».

Immediata la risposta della maggioranza. «Non abbiamo tradito ciò che abbiamo detto in campagna elettorale. Le ragioni delle scelte da fare sul bilancio preventivo del 2019 sono dovute alla difficile situazione determinata dalle conseguenze delle politiche sbagliate delle amministrazioni del passato».

Come si è sviluppata la questione? Il tutto partiva dalla proposta di delibera presentata ai consiglieri in vista dell’adunanza del 30 (poi rinviata a domenica 31) contente variazioni delle aliquote Imu e adeguamenti delle tariffe Tari «rispetto alle misure vigenti nel decorso anno» e «nel rispetto delle norme di riferimento».

Per quanto riguarda l’Imu rimaneva del 4 per mille l’aliquota ridotta per l’abitazione principale nelle categorie A1, A8 e A9 (con relative pertinenze); l’aliquota per tutti gli altri fabbricati ed aree edificabili passava dall’8 al 9,5 per mille; al 9,5 per mille (da un precedente 7,6) anche l’aliquota per i fabbricati di categoria C1 e C3; idem per i fabbricati produttivi di categoria D (per il 2018 era del 7,6 ma era una quota riservata interamente allo Stato).

Sulla base di questi dati le opposizioni hanno iniziato la loro protesta. Il Consiglio comunale di domenica mattina, nonostante ora e giorno insoliti, ha registrato una grande partecipazione popolare a conferma dell’interesse sulla questione.

Dalle relazioni della maggioranza è emersa in tale sede la novità: nessun aumento. La proposta di delibera, recante data 26 marzo, è stata emendata dalla stessa squadra di governo.

«Avete raccolto il grido di dolore della popolazione», è stato il minimo comun denominatore degli interventi delle opposizioni in aula. «Abbiamo lavorato sino all’ultimo per trovare una soluzione».

Il motivo del dietro-front è stato spiegato in aula sul finire della discussione, su richiesta delle minoranze («Quale soluzione?»).

«Il 27 – ha spiegato il presidente Luigi Flori – è arrivata una lettera del nostro legale con la quale si certifica un credito di 270mila euro». Cifra relativa a canoni da riscuotere e maggiore di 10mila euro rispetto agli introiti che sarebbero scaturiti dagli aumenti presentati ai consiglieri prima dell’emendamento.

Votazione non unanime, comunque. Le minoranze si sono astenute per via di alcuni adeguamenti Tari.

Oltre al Consiglio di oggi è stata fissata in calendario un'altra riunione per aprile. Il 23 alle 18.00 (il 24 in seconda convocazione) dovranno essere approvati il documento unico di programmazione e il bilancio pluriennale 2019/21

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