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Importanti novità per le imprese agricole. La Coldiretti annuncia che il problema refresh va verso la risoluzione

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Dopo il tanto lavoro la Coldiretti finalmente comincia a vedere la luce lungo il tunnel del refresh che tanta preoccupazione ha diffuso nel mondo delle campagna.

“A quanto pare la mobilitazione che abbiamo sollevato nei giorni scorsi – dicono con soddisfazione il presidente e il direttore regionale della Coldiretti Battista Cualbu e Luca Saba - è stata tutt’altro che vana. Ci risulta in dirittura d'arrivo, infatti, un Decreto del ministero all’Agricoltura che porterebbe a riconoscere le specificità del suolo sardo, scongiurando in questo modo la perdita dell'eleggibilità di migliaia di ettari, e dunque di diversi milioni di euro”.

La via che intende seguire il Ministero è quella tracciata dalla Coldiretti e cioè usufruire dell'articolo 4 del Regolamento Ue 1307/2013 che consente “agli Stati membri di poter considerare come ammissibili anche i terreni pascolabili che rientrano nelle prassi locali consolidate e sulle quali l’erba non è tradizionalmente predominante”. Insomma un articolo cucito apposta per la Sardegna. E non a caso, visto che è stato elaborato e voluto dalla Coldiretti: inizialmente il Regolamento non lo prevedeva.

Questa definizione permette di considerare ammissibili quei pascoli arborati che in alcune regioni, in particolare in Sardegna, rappresentano superfici tradizionalmente pascolate.

L’Italia il 18 novembre scorso con il Decreto Ministeriale 6513 ha recepito l’articolo quattro del Regolamento 1307.

In questi giorni, invece, il Ministero, su sollecitazione della Coldiretti, sta lavorando alla stesura di un decreto applicativo nel quale definire le pratiche locali tradizionali (come definito nell’articolo 7, lettera a) del Regolamento delegato 639/2014) e poter così rendere ammissibili tali superfici.

Le Regioni e le Province autonome nei prossimi giorni saranno chiamate a comunicare, entro i primi mesi del 2015, gli estremi catastali delle suddette superfici dopodiché l’Agea dovrà aggiornare il sistema di identificazione delle particelle agricole (SIPA) inserendo le superfici sulle quali sono svolte le pratiche tradizionali.

“Sarebbe un grande risultato – commentano prudenti Cualbu e Saba – frutto di un duro lavoro. Il miglior regalo di Natale che si potrebbe fare ai tanti agricoltori e pastori sardi”.

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