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Consuntivo scaduto, lettera di opposizioni e fuoriusciti dalla maggioranza al ministro Alfano: «Sciogliere il Consiglio comunale»

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I sette consiglieri delle opposizioni unitamente ai due esponenti fuoriusciti dalla maggioranza hanno inviato oggi al Ministero degli Interni, al Prefetto di Nuoro e all’assessorato regionale agli Enti Locali la richiesta di scioglimento del Consiglio comunale di Siniscola.

Una «formale presa d’atto – si legge nella missiva - del fallimento della Maggioranza Celentano, in quanto la stessa non è riuscita ad approvare il Bilancio consuntivo nei limiti previsti dalla Legge, aprendo così lo scenario alle sanzioni per gli Enti inadempienti previste dalla normativa in materia; ovvero la nomina di un Commissario straordinario per l’approvazione del rendiconto e, contemporaneamente, l’avvio delle pratiche di scioglimento del Consiglio comunale».

Secondo i nove consiglieri esiste un «piano tecnico» da ricercare negli articoli 227.2 e 141.2 del Tuel (nei quali si indicano il termine ultimo del 30 aprile e le procedure da seguire, nell'arco dei 20 giorni successivi, in caso di mancata approvazione), ma anche nel Decreto ministeriale dell'8 aprile scorso (che fissa al 31 maggio la scadenza per la trasmissione dei certificati di rendiconto). Inoltre «la procedura prevista dall’art. 141.2 - hanno aggiunto - non è nemmeno stata attivata».

Le minoranze si sono soffermate anche su un «piano più squisitamente politico»: «la mancata approvazione del Bilancio consuntivo è dipesa dall’assenza del numero legale nel Consiglio del 27 maggio e non da altri impedimenti di tipo burocratico».

Per gli autori della lettera, «da parte della Giunta non c’è programmazione, non c’è proposta, non c’è alcun segnale verso alcuna politica attiva mirata a creare occupazione, promuovere interventi sul sociale e sui lavori pubblici, costruire ponti di dialogo con la cittadinanza per alleviare l’imperante pressione fiscale delle tasse comunali. La mancata approvazione del rendiconto di gestione 2014, non è un semplice cavillo tecnico, bensì l’indicatore di come all’interno della maggioranza qualsiasi collante si sia sciolto di fronte all’incapacità di dare risposte concrete alla situazione concreta, pure, determinata dalla crisi del territorio e dall’assenza di prospettive. D’altronde, se Lorsignori non sono riusciti ad approvare il rendiconto nei tempi e con le modalità previste dalla legge, un motivo c’è, e il motivo è profondo, tutto politico: la maggioranza è a pezzi».

Secondo le opposizioni «è necessario che la Giunta Celentano vada a casa, subito, per cedere il passo a nuove elezioni e a una nuova classe politica di cittadini portatrice di una dimensione e visione collettiva del governo del territorio. Una visione che faccia tabula rasa dei piccoli giochetti di bottega cui il teatrino politico degli ultimi vent’anni ci ha abituato. Una dimensione che superi gli steccati innalzati da una minoranza della popolazione che, da questi equilibri conservatori, ha costruito la propria fortuna relegando a semplici spettatori la stragrande maggioranza dei siniscolesi, tagliati fuori da qualsiasi ricaduta positiva nei termini economici come di qualità della vita. Liberarsi del fardello di amministratori che non sono in grado di amministrare è una boccata d’ossigeno per tutto il territorio. Per questo la richiesta dei consiglieri firmatari l’atto per lo scioglimento del Consiglio comunale, non è un semplice atto tecnico, ma un vero e proprio atto politico».

A conclusione la richiesta, «per responsabilità e realismo», della «attivazione immediata di tutti gli adempienti del caso, finalizzati allo scioglimento del Consiglio comunale del Comune di Siniscola e alla contestuale nomina di un Commissario straordinario per le attività di gestione del Comune di Siniscola fino alle nuove elezioni».

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