“Una manciata di minuti”, ovvero un grande accumulo di plusvalore da parte della proprietà di un'azienda tessile tenuta in vita dai sacrifici quotidiani di duecento lavoratrici. Un'azienda come tante e una crisi come tante, generata altrove ma scaricata sulle maestranze.
A fare da sfondo alla rappresentazione teatrale dei To Kaos, in occasione dell'8 marzo, il consiglio di fabbrica composto da nove donne tra operaie e impiegate: Bianca, Loredana, Anna, Mahtab, Agnieszka, Sabrina, Rachele, Oriana e Sofia. «Donne contagiose», come sottolineato da Marco Fronteddu nel suo prologo; vissuti segnati dagli «scontri generazionali ed etnici», come ribadito dalla regista Francesca Capra.
Tre le messe in scena dello spettacolo: due all'Istituto Oggiano di Siniscola (martedì 7 al mattino e di sera); una presso l'Auditorium comunale di Posada (mercoledì 8).
Sul palcoscenico le contraddizioni del tempo presente riassunte nella faticosa scelta tra l'accettare un livellamento dei diritti verso il basso e il rischio di compromettere la relativa stabilità dell'introito mensile.
L'arrivo di Bianca, interpretata da Monica Pusceddu, alla riunione consiliare spiazza le altre otto colleghe. La notizia del mantenimento dei posti di lavoro, esito di un estenuante incontro con una decina di dirigenti incravattati, è accompagnata da una serie di dubbi sulle prospettive future: «Leggete attentamente la lettera, leggete sopratutto quello che non c'è scritto. Abbiamo due ore per accettare queste condizioni». Queste le parole dell'operaia, unica in un primo tempo a manifestare la propria contrarietà.
Sette minuti di pausa in meno, le condizioni. Sette minuti al giorno da moltiplicare per duecento lavoratrici.
Contrasti, lacrime, paure, ma anche voglia di riscatto che culmina nel quattro a quattro dell'ultima votazione e nella scelta definitiva di Sofia.
Grandi applausi al termine delle rappresentazioni per Annamaria Cancedda, Antonella Carta, Serena Pipere, Monica Pusceddu, Stefania Sau, le docenti Gina Carta e Claudia Carta, le studentesse Lisa Rossini e Sofia Ferrazza.