Partecipa a SiniscolaNotizie.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Commercio itinerante sui litorali, approvato il regolamento

Condividi su:

Con l'intenzione di «regolamentare e contingentare le attività sul demanio, dal commercio itinerante a tutte quelle non regolamentate dal Pul», la maggioranza Farris ha portato all'attenzione del Consiglio comunale la proposta di adozione di un regolamento con riferimento all'articolo 68 del Codice della navigazione.

«Le autorizzazioni previste – queste le parole dell'assessora Paola Pipere – sono state studiate in base alla portata di ogni spazio con il fine di portare ordine e sicurezza sulle spiagge. Un numero di nulla osta non limitato determina un'offerta non rispondente all'effettivo fabbisogno dell'utenza e impedisce l'ordinato svolgimento delle attività balneari con problemi di viabilità, igiene, sicurezza e tutela dell'ambiente».

Indicati una serie di requisiti, come l'iscrizione al registro delle imprese, e la tripartizione del litorale (da La Caletta a Santa Lucia, da S'Ena 'e sa chita a Capo Comino, da Capo Comino a Berchida) sulla base della quale suddividere le assegnazioni.

La discussione è stata interrotta due volte su proposta del presidente del Consiglio, Luigi Flori, a seguito di alcuni interventi delle minoranze volti a modificare la bozza.

«Esistono associazioni – ha dichiarato Nino Fronteddu – che non hanno l'obbligo di iscrizione al registro delle imprese e lo stesso discorso vale per gli artisti. Rischierebbero di non avere punteggio».

L'esponente di Zente Nova-Unione per Siniscola ha inoltre sottolineato che la vendita di formaggi lungo il litorale comporterebbe una «dequalificazione dell'offerta». «Meglio che si incentivi – ha aggiunto – la vendita di prodotti locali negli esercizi commerciali».

Secondo il suo compagno di gruppo Antonio Satta, «i regolamenti restrittivi andrebbero a colpire categorie deboli. Limitare 5 licenze per la vendita di bigiotteria, 5 per la vendita del vestiario, 5 per le opere del proprio ingegno e 5 per i racchettoni, significa colpire una categoria di persone che campa due mesi l'anno da quello. È sufficiente lasciare lo stesso numero di licenze ma accorparle».

Richiamato da Satta un «contrasto con la liberalizzazione delle licenze»: «Tutti possono aprire tutto – ha aggiunto – e noi poniamo limiti in un contesto dove ci sono migliaia di persone in un territorio abbastanza grande. Si tratta, eccezion fatta per gli intolleranti, di un servizio non invasivo. La domanda è altissima date le migliaia di persone nelle nostre spiagge».

La maggioranza ha quindi accolto l'eliminazione della vendita dei formaggi («Per una questione di tutela dei prodotti locali», come sintetizzato dalla capogruppo Carla Pau), l'allargamento dei requisiti (aggiungendo oltre al registro delle imprese l'iscrizione ad un albo nazionale, regionale o locale), l'accorpamento delle licenze per la vendita di tessuti, abbigliamento e teli con quelle relative agli articoli da spiaggia, ai palloni e ai racchettoni.

Queste le posizioni di alcuni attori economici dediti alla produzione e alla trasformazione del latte ovino, interpellati successivamente alla seduta consiliare:

Domenico Carta, pastore siniscolese sensibile alle tematiche del comparto e favorevole a uno stimolo finalizzato al consumo del formaggio locale, ha affrontato l'argomento attraverso un ragionamento di ampio respiro legato al turismo e alle prospettive del centro urbano.

«Se si incentiva l'acquisto del nostro formaggio – queste le sue parole – è un fatto positivo. Ma se si dovesse incentivare l'acquisto di tali prodotti dentro il paese sarebbe ancora meglio. In custa bidda in istiu non b'abarrat ànima via. Mancu unu locu de mare paret. Poi, una volta qui, il turista potrebbe dare ossigeno agli artigiani del posto. Bisogna pensare al futuro di Siniscola e al suo centro storico».

Sulla stessa lunghezza d'onda Giuseppe Marrante, titolare di un caseificio e già amministratore locale (assessore dell'Agricoltura nella seconda Giunta guidata da Lorenzo Pau). Oltre ad aver salutato positivamente l'unanimità raggiunta in aula («a tutti i consiglieri va il mio plauso, speriamo sia di buon auspicio per le sorti della comunità»), Marrante ha elencato una serie di proposte per il rilancio dell'intero settore agroalimentare.

«Sarebbe opportuna – ha dichiarato – una mappatura di tutte le aziende trasformatrici del territorio, dall'olio al formaggio passando per il miele, il vino e la pompia. Tale censimento darebbe forza a una campagna pubblicitaria veicolata in diverse lingue attraverso brochures e strumenti multimediali. Fondamentale un ufficio turistico, una segnaletica apposita, la creazione di un consorzio che unisca l'agroalimentare al sistema ricettivo. Non ci vogliono cifre esorbitanti per realizzare queste cose, occorre buona volontà».

L'attività di Marrante («trasformiamo esclusivamente il nostro latte») è attualmente collegata al servizio di mensa scolastica nell'ottica della filiera corta: «Noi e altre aziende agroalimentari siamo fornitori dei nostri prodotti a Km 0 grazie alle scelte dell'amministrazione».

Dal palazzo comunale, l'attuale assessore Antonio Bellu ha confermato le intenzioni di «creare le condizioni favorevoli alla crescita del comparto e al commercio dei prodotti locali».

Condividi su:

Seguici su Facebook