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Il tema delle intimidazioni al Consiglio comunale. Solidarietà al sindaco, scuola e social network tra i punti affrontati

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Il Consiglio comunale fissato per venerdì 28 aprile aveva come unico punto all'ordine del giorno una discussione sulle intimidazioni e i danni subiti da lavoratori delle campagne, titolari di aziende e dipendenti comunali nell'ultimo periodo.

Nella stessa giornata, 15 ore prima della seduta, il finto ordigno posizionato all'ingresso del “Teo Bar”, gestito dal sindaco Gian Luigi Farris.

«Non una coincidenza» – ha dichiarato il presidente Luigi Flori aprendo l'assise alla quale hanno partecipato i sindaci di Nuoro, Posada, Torpè, Lodè, Orune, Onanì, Lula, Irgoli e San Teodoro, rappresentanti delle forze dell'ordine e della Chiesa.

«È un gesto – ha proseguito Flori – che rappresenta un atto di sfida al Consiglio dato il tema di discussione. Il consenso dei cittadini non può essere minato dall'azione di un delinquente».

«Andremo avanti», ha aggiunto l'assessora della Cultura Paola Fadda prima di chiedere un «ulteriore sforzo ai dirigenti scolastici per diffondere i valori della legalità tra i giovani».

Gli assessori Antonio Bellu (Agricoltura) e Angela Bulla (Pubblica istruzione) hanno esteso l'invito alle parti a «mantenere i toni pacati». «Faccio un invito a non fomentare la violenza», ha aggiunto l'assessora del Bilancio Paola Pipere.

Marco Fadda, vicesindaco, dopo aver escluso «l'accostamento di questi gesti al disagio sociale», ha anche scartato l'ipotesi «che qualsiasi idea che provenga dalla maggioranza o dall'opposizione possa determinare atti di violenza».

Intervenuti per la maggioranza anche il consigliere Franco Pau e la capogruppo Carla Pau. Solidarietà anche dalle opposizioni.

Lucio Carta ha ricordato gesti simili subiti da altri amministratori come Giusto Trubbas, Peppinetto Maggio, Lorenzo Pau, Giuseppe Pipere, Nino Fronteddu. «Io stesso, segretario della Fiom, fui vittima di un attentato nel 2003. Ma perchè non si conoscono mai gli autori di questi fatti?». Chiesti un maggior impegno alle forze dell'ordine «senza militarizzare il territorio».

«Oggi avremmo dovuto parlare del riscatto del popolo sardo – ha dichiarato Nino Fronteddu – e invece siamo qui a discutere di questi avvenimenti. Chi ha dei problemi economici si batte alla luce del sole e non colpisce nell'ombra».

Antonio Bidoni ha ricordato gli attentati alle strutture comunali «come il rifugio s'Adde e il chiosco della pineta di Santa Lucia». Proposta da Franca Pau una «collaborazione sociale per la legalità».

Secondo Antonio Satta «quel che manca è proprio la contrapposizione dialettica delle idee che genera una sintesi. Non c'è la circolazione delle idee, è necessario lavorare partendo dalle scuole».

Chiamati in causa dall'assessora della Cultura Paola Fadda hanno preso la parola anche due docenti, entrambi ex amministratori.

Mariella Scanu, collaboratrice del dirigente scolastico del “Bernardini”, ha parlato dei «progetti incentrati sulla convivenza democratica» con i ragazzi protagonisti. Progetti ai quali «spesso manca lo sguardo degli adulti, quasi nessuno se ne interessa». Secondo Scanu «la scuola viene giudicata ma pochi si preoccupano di quello che alla scuola serve. A volte ci sentiamo abbandonati».

«Nessuno – queste le parole di Riccardo Corosu, docente dell'istituto “Oggiano” – si mette in discussione, scuola o politica, ma ognuno di noi deve fare la sua parte. Occorre individuare dei temi che possano coinvolgere i ragazzi, il futuro della nostra società».

Riprese da Corosu anche le riflessioni sulle reti sociali telematiche citate ad inizio seduta dall'assessora della Pubblica istruzione Angela Bulla: «L'uomo è dotato di una propria autonomia – ha aggiunto l'insegnante di Economia aziendale – ma davanti a questi strumenti la sta perdendo».

La questione “social network” è da tempo oggetto del dibattito politico. Sul tema, proprio sulla rete Facebook, Zente Nova ha «stigmatizzato tutti quei commenti di cittadini apertamente schierati attraverso i quali si raccomanda anche all’opposizione di “non esacerbare gli animi”».

Antonio Satta, plaudendo all'intervento di Marco Fadda, ha ricordato che «Nino Fronteddu stava all'opposizione quando gli incendiarono l'auto».

«Dialogo e rispetto», questa la ricetta di Don Orunesu. «Perchè la minoranza non deve essere considerata una risorsa?», ha aggiunto Don Vedele.

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