Con una nota Zente Nova interviene nella questione Legler, l'azienda tessile «ormai definitivamente sparita dall'orizzonte sardo» dopo che «gli avvoltoi d'oltremare in pochi anni si sono divorati più di 50 milioni di euro di denaro pubblico» lasciando anche a Siniscola «un sacco pieno di pive, rimpianti ed eternit da smaltire». La proposta del gruppo, che verrà avanzata in prima battuta nell'imminente riunione dei capigruppo, è quella di «intervenire sulla Regione per l'implementazione di un sistema produttivo in grado di imporsi nel mercato attraverso la produzione di beni». Nello specifico, «attingendo ai finanziamenti pubblici e agli incentivi per lo smaltimento dell'amianto, proponiamo il recupero e la riconversione di un immobile che può essere ancora strategico per il territorio» e di dar vita a un «polo agro energetico locale per installare impianti fotovoltaici sui capannoni dismessi, renderli autosufficienti e vendere il surplus di energia prodotta». I capanni, nella proposta così avanzata, dovrebbero trasformarsi in «serre agricole e laboratori per la trasformazione dei prodotti locali, qualificando questi con un marchio creato ad hoc». Tecnologia, ambiente e lavoro sono per i proponenti i punti di forza di un piano che coinvolgerebbe anche le terre civiche, i terreni ex Etfas e, perché no, anche i comuni limitrofi.